mercoledì 16 dicembre 2009

Pdl venete in rivolta per un leghista candidato Governatore.

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UN TRADIMENTO, un errore. Le parole con cui Giancarlo Galan commenta la decisione del Pdl di candidare un esponente della Lega Nord alla presidenza della regione Veneto corrono sul web. Trovando commenti solidali e spirito di rivalsa tra gli stessi elettori del Popolo delle Libertà. Che in barba alla disciplina di partito commentano: "Galan, presenta una lista civica: siamo tutti con te". E mentre su Facebook nascono gruppi per appoggiare l'eventuale corsa solitaria del governatore, sul sito ufficiale del Pdl Veneto si commenta: "Silvio non tradirci; e non rinnegare la promessa fatta a Porta a Porta prima delle ultime europee". E sul sito ufficiale di Galan: "La Lega è fautrice della politica del tombino contro la politica delle idee e dei valori". 

Nel Pdl il nodo della scelta del candidato alla presidenza del Veneto ha richiesto mesi di incontri e discussioni. Una lunga fase chiusa ieri dalla decisione dell'ufficio di presidenza: per il Veneto un esponente del Carroccio. E dopo pochi minuti già fioccano i commenti sul sito ufficiale del Pdl Veneto: "E' una decisione amara, visto che era stato detto che chi avesse avuto un voto in più alle europee avrebbe espresso il candidato". Al centro delle polemiche la promessa di Berlusconi fatta all'inizio di giugno durante una puntata di Porta a Porta. Un utente scrive: "Per le europee siamo andati tutti a votare per dare il segnale che il Veneto non è solo dei leghisti". E non si nascondono le preoccupazioni: "Il rischio è l'anarchia totale nel partito". 


Discussioni animate sul rapporto tra il Pdl e la Lega. Su Facebook nasce un gruppo - "A Roma hanno deciso: il Veneto alla Lega, ma noi non glielo daremo!" - che si propone di riunire "tutti coloro che non vogliono accettare questa imposizione mettendo da parte la volontà dei veneti". C'è chi scrive: "No alla Lega, è secessionista", "ci avete venduti alla Lega, vergognatevi". E ancora: "La Lega è amata perché parla alle paure della gente. Parla di sicurezza, di 'scacciare gli stranieri' e di Roma ladrona". Si ipotizzano nuove alleanze: "Il Veneto non può e non vuole essere verde, uniamoci con tutti i moderati". 

Su un altro gruppo, Galan Presidente, sono riportate le parole del governatore del Veneto: "Considero quanto avvenuto peggio di un tradimento e cioé un errore". I commenti degli elettori di Galan non lasciano spazio a dubbi: "Presidente corra con una lista civica, saremo tutti con lei". E poi: "Io voterò lei e non il partito", "non sono d'accordo e non obbedirò". Tra i tanti commenti a favore di Galan anche chi accetta le decisioni e sostiene la linea dei vertici del Pdl: "Non condivido la scelta, ma dopo quattordici anni bisogna cambiare". 

Molto attivo anche il sito ufficiale di Giancarlo Galan. In prima pagina un post di una visitatrice del sito che viene presentato come quello che "meglio di tanti altri esprime il nostro pensiero". Vi si legge che la Lega "è fautrice della politica del tombino contro la politica delle idee e dei valori", che "i leader emergenti leghisti sono giovani sindaci, tutti protesi sul particolare e privi di una visione "alta" del loro ruolo nonché del valore della politica in generale". Poi l'affondo: "Questa loro mentalità chiusa e limitata stride con la loro giovane età: nell'era di internet, del multiculturalismo, i sindaci leghisti vietano il kebab, in quanto cibo non tradizionale; pretendono finanziamenti per tradurre cartoni animati in dialetto; anzi qualcuno in dialetto vorrebbe pure la celebrazione della Messa". 

Molte le iniziative. Dalla raccolta di firme per sostenere Galan al sondaggio online dove il 79% si dice deciso a "non votare mai" una candidato leghista alla presidenza della Regione.
Fonte - La Repubblica -

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