venerdì 18 dicembre 2009

Obama: a Copenaghen accordo anche imperfetto.

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COPENAGHEN - "Gli Stati Uniti continueranno a lottare contro il cambiamento climatico, a prescindere da quello che verrà deciso a Copenaghen. Siamo qui non per parlare ma per agire". Ad assicurarlo è il presidente degli Stati Uniti Barak Obama, arrivato questa mattina nella capitale danese dove oggi dovrebbe concludersi il vertice delle Nazioni Unite dedicato alla lotta ai cambiamenti climatici. "L'America è pronta a prendersi le sue responsabilità in quanto leader - ha proseguito Obama - Non sareste qui se non foste convinti che il pericolo è reale. Il cambiamento climatico non è fantascienza, ma è scienza, è reale". 

Quanto all'impegno concreto sul da farsi, il presidente ha detto che gli Usa sono pronti a fare la propria parte sia per il finanziamento dei paesi più poveri che nella riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra ed ha chiesto a tutti i partner di condividere questi sforzi. Obama non ha però fatto nuovi annunci su impegni ulteriori degli Usa, limitandosi quindi a confermare l'impegno a "tagliare le nostre emissioni del 17 per cento entro il 2020, e di oltre l'80 per cento entro il 2050". 

Per Obama urge però un accordo a Copenaghen, anche se imperfetto. In totale controtendenza uno dei grandi paesi le cui decisioni saranno strategiche al fine di una positiva conclusione del vertice: l'India si è dichiarata oggi favorevole a un rinvio del negoziato al 2010. La 
proposta è stata avanzata dal premier indiano Manmohan Singh a Copenaghen. Secondo l'India, i colloqui alla conferenza Onu potrebbero rivelarsi insufficienti per arrivare ad un accordo che possa soddisfare tutti i Paesi. Secondo Singh, è necessario proseguire i negoziati "per costruire un accordo realmente globale e una risposta autenticamente solidale al cambio climatico, durante il prossimo anno". 


giovedì 17 dicembre 2009

Fiorentina - Bayern Milan - Manchester e Inter - Chelsea. Sorteggio difficile per le italiane.

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NYON - Sorteggio durissimo per le italiane in Champions League. Tre partite difficili ma al tempo stesso di grande fascino, caratterizzate da una serie di intrecci molto interessanti: Inter-Chelsea (andata 24/2, ritorno 16/3), Milan-Manchester United (andata 16/2, ritorno 10/3), Bayern Monaco-Fiorentina (andata 17/2, ritorno 9/3).

IL DERBY DI ANCELOTTI - Partiamo dall'Inter, con la sfida di Mourinho al suo passato e con il derby personale di Carlo Ancelotti. Per i nerazzurri, che si portano dietro il solito ritornello della ''squadra forte in Italia e debole all'estero'', è il vero esame di maturità. Prevedibile una gara molto fisica, contro un Chelsea che Carlo Ancelotti fa giocare in maniera complessivamente offensiva. Basta pensare alla coppia d'attacco Drogba-Anelka, sostenuti in genere da un trequartista tecnico (Joe Cole o Deco) e da una mediana che fa bene la doppia fase, con Lampard, Ballack, Essien o Mikel. Dietro l'anima caratteriale della squadra, capitan Terry.

BECKS E SIR ALEX - Per il Milan c'è il Manchester United. In pratica, David Beckham arriva al momento giusto per ritrovare la sua ex squadra storica e l''asciugacapellì Alex Ferguson, che una volta, con il lancio casuale di una scarpa, provocò qualche danno al suo visto d'attore. Nell'analisi tattica della gara, va detto che il Manchester United, che con il Milan ha una tradizione assai negativa, pur secondo dietro al Chelsea in Premier (staccato di 3 punti), non è la macchina perfetta dello scorso anno. Del resto, ammortizzare la partenza di Cristiano Ronaldo con l'arrivo del discreto Valencia, non è cosa da poco. Il modulo adottato è abbastanza eclettico, a seconda che venga scelto Berbatov accanto a rooney in avanti, o venga lasciato l'asso della nazionale inglese quale unica punta. In difesa, sempre qualche incertezza sul ruolo di laterale destro: in questa stagione, oltre a O'Shea, vi è stato adattato anche il centrocampista scozzese Fletcher.


VIOLA IN BAVIERA - Tra le squadre che potevano capitare alla Fiorentina, il Bayern è sicuramente la più forte. Partiti malissimo in campionato e tentennanti in coppa, gli uomini di van Gaal si sono ritrovati proprio nel momento giusto. Qualificazione agganciata con la gara perfetta con la Juventus, rimonta in campionato: terzo posto, a due punti dalla capolista Leverkusen. L'uomo più in forma è uno dei meno attesi: il croato Olic, con la sua velocità e la capacità di fare da torre in area, è perfetto per valorizzare le qualità diell'ariete Mario Gomez. Contro la Fiorentina ci sarà inoltre Ribery, che a causa di un infortunio ha inciso poco in questa stagione, ma è segnalato sulla via del recupero. Tallone d'Achille, la difesa: i centrali van Buyten e Demichelis sono insidiosi quando si portano in avanti, tendenti a fare errori se messi sotto pressione

LE ALTRE - Sorteggio comodo per il Barcellona, che se la vedrà con lo Stoccarda: tedeschi che annaspano in Bundesliga. Più difficile per il Real Madrid, sorteggiato con il Lione, all'ennesimo tentativo di un salto di qualità europeo. E' andata meglio all'altra francese - il Bordeaux - contro i greci dell'Olympiacos. Siviglia favorito con il Cska Mosca, ancora presumibilmente imballato dal letargo, tutto sommato equilibrata la sfida tra Porto e Arsenal.
Fonte - La Repubblica -

mercoledì 16 dicembre 2009

Pdl venete in rivolta per un leghista candidato Governatore.

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UN TRADIMENTO, un errore. Le parole con cui Giancarlo Galan commenta la decisione del Pdl di candidare un esponente della Lega Nord alla presidenza della regione Veneto corrono sul web. Trovando commenti solidali e spirito di rivalsa tra gli stessi elettori del Popolo delle Libertà. Che in barba alla disciplina di partito commentano: "Galan, presenta una lista civica: siamo tutti con te". E mentre su Facebook nascono gruppi per appoggiare l'eventuale corsa solitaria del governatore, sul sito ufficiale del Pdl Veneto si commenta: "Silvio non tradirci; e non rinnegare la promessa fatta a Porta a Porta prima delle ultime europee". E sul sito ufficiale di Galan: "La Lega è fautrice della politica del tombino contro la politica delle idee e dei valori". 

Nel Pdl il nodo della scelta del candidato alla presidenza del Veneto ha richiesto mesi di incontri e discussioni. Una lunga fase chiusa ieri dalla decisione dell'ufficio di presidenza: per il Veneto un esponente del Carroccio. E dopo pochi minuti già fioccano i commenti sul sito ufficiale del Pdl Veneto: "E' una decisione amara, visto che era stato detto che chi avesse avuto un voto in più alle europee avrebbe espresso il candidato". Al centro delle polemiche la promessa di Berlusconi fatta all'inizio di giugno durante una puntata di Porta a Porta. Un utente scrive: "Per le europee siamo andati tutti a votare per dare il segnale che il Veneto non è solo dei leghisti". E non si nascondono le preoccupazioni: "Il rischio è l'anarchia totale nel partito". 


Discussioni animate sul rapporto tra il Pdl e la Lega. Su Facebook nasce un gruppo - "A Roma hanno deciso: il Veneto alla Lega, ma noi non glielo daremo!" - che si propone di riunire "tutti coloro che non vogliono accettare questa imposizione mettendo da parte la volontà dei veneti". C'è chi scrive: "No alla Lega, è secessionista", "ci avete venduti alla Lega, vergognatevi". E ancora: "La Lega è amata perché parla alle paure della gente. Parla di sicurezza, di 'scacciare gli stranieri' e di Roma ladrona". Si ipotizzano nuove alleanze: "Il Veneto non può e non vuole essere verde, uniamoci con tutti i moderati". 

Su un altro gruppo, Galan Presidente, sono riportate le parole del governatore del Veneto: "Considero quanto avvenuto peggio di un tradimento e cioé un errore". I commenti degli elettori di Galan non lasciano spazio a dubbi: "Presidente corra con una lista civica, saremo tutti con lei". E poi: "Io voterò lei e non il partito", "non sono d'accordo e non obbedirò". Tra i tanti commenti a favore di Galan anche chi accetta le decisioni e sostiene la linea dei vertici del Pdl: "Non condivido la scelta, ma dopo quattordici anni bisogna cambiare". 

Molto attivo anche il sito ufficiale di Giancarlo Galan. In prima pagina un post di una visitatrice del sito che viene presentato come quello che "meglio di tanti altri esprime il nostro pensiero". Vi si legge che la Lega "è fautrice della politica del tombino contro la politica delle idee e dei valori", che "i leader emergenti leghisti sono giovani sindaci, tutti protesi sul particolare e privi di una visione "alta" del loro ruolo nonché del valore della politica in generale". Poi l'affondo: "Questa loro mentalità chiusa e limitata stride con la loro giovane età: nell'era di internet, del multiculturalismo, i sindaci leghisti vietano il kebab, in quanto cibo non tradizionale; pretendono finanziamenti per tradurre cartoni animati in dialetto; anzi qualcuno in dialetto vorrebbe pure la celebrazione della Messa". 

Molte le iniziative. Dalla raccolta di firme per sostenere Galan al sondaggio online dove il 79% si dice deciso a "non votare mai" una candidato leghista alla presidenza della Regione.
Fonte - La Repubblica -

Fini invia del Valium a Feltri

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ROMA - Un flacone di Valium insieme a un biglietto di auguri di Buon Natale. E' questo il regalo che il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha inviato ieri al direttore del Giornale, Vittorio Feltri, che continua ad attaccarlo sulle pagine del quotidiano. Significativo il messaggio: "Egregio direttore, per festività 'serene' senza ossessioni e allucinazioni. Firmato: Gianfranco Fini". Gli auguri sono stati inviati dopo che sul quotidiano era comparso un editoriale nel quale Feltri sosteneva che con l'aggressione di Milano a Berlusconi era crollato il piano del ribaltone di Fini. Da ciò l'invio del flacone di tranquillante con annesso biglietto di auguri. 

Intanto oggi sul Giornale una nuova puntata del "caso Fini" con un intervento in prima pagina di Ignazio La Russa che smentisce il ribaltone e definisce "fuoco amico" il continuo attacco nei suoi confronti. "Il Giornale con il suo direttore rivolge la sua penna appuntita come un'arma contro il presidente della Camera. Si tratta del classico 'fuoco amico' che fa molto più male di quello proveniente dal fronte opposto che è almeno atteso e prevedibile" scrive La Russa. Poiché "nemmeno in una ipotesi di fantapolitica potrei essere disponibile a boicottare il Pdl o il governo - sottolinea il coordinatore del Pdl - posso tranquillamente affermare che l'articolo di fondo di ieri è privo di fondamento". Se Fini volesse farsi un gruppo, spiega il ministro della Difesa, non avrebbe difficoltà a trovare i deputati disponibili, ma non è questo il problema. Il problema, sottolinea La Russa, è "di natura squisitamente politica ma non è questa la sede per discuterne". 


Secca la replica di Feltri: "Ok, non discutiamone ora. Ma quando lo faremo? Intanto mi arrangio da solo". E lo fa rispondendo su un'altra pagina a una lettera aperta del deputato del Pdl, Amedeo Laboccetta, pubblicata sempre sul Giornale in cui il parlamentare sostiene che non sarebbe in vista nessun divorzio tra Fini e Berlusconi. "Avere un Fini che rema contro - scrive oggi il direttore - non è più una risorsa per il Pdl, ma un problema. Da risolvere in fretta". 

Premettendo che "fino a un certo punto non è stato difficile stare dalla sua parte", Feltri sostiene che oggi "nella testa di Fini è successo qualcosa che ha trasformato l'uomo e lo ha reso distante dal partito a cui appartiene". Certo, continua, "molte sue idee sono da sposare in astratto", ma siccome "si è reso conto che ricoprendo un ruolo istituzionale non conta molto politicamente, allora comincia ad assumere atteggiamenti e posizioni eccentriche rispetto alla coalizione di governo". 

Insomma, dice Feltri, "si 'fidanza' con la sinistra, che lo applaude ogni due per tre, e lui ne gode". Fra l'altro "accusa il premier di cesarismo, proprio lui che in An non è mai stato eletto capo ma acclamato; proprio lui che la democrazia interna non l'ha mai praticata". Un problema quindi da "risolvere in fretta" perché, conclude Feltri, "ora viviamo in una situazione di emergenza e il centrodestra ha bisogno di essere unito per agire senza tentennamenti a costo di adottare mezzi e sistemi eccezionali".
Fonte - La Repubblica -